mercoledì 20 luglio 2011

Austria batte Italietta: brevi riflessioni fra Otto d'Asburgo e Umberto II

Ebbene sì, lo confesso: sono un austriacante.

Mi si chiami pure così, mi fa solo piacere. E da bravo austriacante monarchico, sabato ero presente ai Funerali di Otto d’Asburgo, che mi ostino a ritenere (almeno moralmente e de jure) il mio Imperatore e Re.

Ma non voglio qui tessere le lodi di un grande Europeo, quale Egli fu; solo, voglio esternare un pensiero che mi ha ulteriormente rattristato, mentre con la Bandiera del Lombardo Veneto sfilavo in processione nella Hofburg.


Avevo quattordici anni quando, il 18 Marzo 1984, moriva esiliato l’ultimo Re d’Italia, Umberto II di Savoia: la Repubblica non battè ciglio, come se nulla fosse accaduto.

In Austria, sabato, nel Duomo di Santo Stefano c’erano proprio tutti: le massime Autorità Civili e Militari, per salutarlo con tanto di onori, e un mare di gente che assisteva composta al corteo; e Otto ora riposa nella Cripta dei Cappuccini coi Suoi Pari e i Suoi Antenati. Tutto ciò senza che mai abbia effettivamente regnato.

Invece, Umberto II, che Re e capo di Stato lo fu per davvero, è ancora esiliato, anche da morto (forse, involontario emulo di Carlo Felice, che si fece portare ad Altacomba per punire i torinesi per i moti del '21); e la Repubblica Italiana è così florida e fiorente che si vede costretta a mendicare, mediante inserzioni a mezzo stampa - pardon! a cercare sponsorizzazioni private per terminare i “festeggiamenti” del centocinquantenario della cosiddetta unità nazionale.

Austria batte Italietta 150 a zero.

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