A un congresso di araldica e genealogia che si celebrò in Roma, in via Santa Chiara, ebbi l'onore di poter personalmente conoscere, circa vent'anni fa, il Generale Amos Spiazzi di Corte Regia.
Un Uomo con la U maiuscola, tutto d'un pezzo, che anche "in borghese" (indossava un vecchio soprabito un poco sgualcito) incuteva quella riverenza e quel rispetto che solo gli ufficiali d'un tempo sapevano trasmettere, e che nemmeno le vicende subite avevano piegato.
Lo invitavo alle iniziative culturali che organizzavo.
Pur non partecipandovi (un po' per la distanza, un po' perché coincidenti con altri impegni di Associazioni d'Arma - Novembre è sempre ricco di appuntamenti, sull'uno e sull'altro fronte), si faceva sempre presente con una lettera, un biglietto o una chiamata.
Fino a quando, lo scorso anno, ricevetti un plico con due suoi libri, con una dedica e un biglietto, dove mi prospettava l'idea di una presentazione degli stessi.
Le mie vicende personali, e le sue di salute, non l'han permesso.
Se n'é andato, quasi in silenzio, il 4 Novembre.
O meglio: lasciando questo mondo, ha solamente cambiato caserma, passando dalla Milizia Terrena a quella Celeste.
E come il 4 Novembre di molti anni fa (era il 1952) era entrato nell'Accademia Militare di Modena, per servire una Patria in fondo non sua, e che lo maltrattò, (sulla sua bara, con l'elmetto da artigliere, non il tricolore, che comunque ha servito lealmente, ma la Bandiera del Regno Lombardo Veneto), il 4 Novembre del 2012, entrando nella Riserva dell'Aldilà, si è arruolato nell'unico Esercito di quella Patria Celeste dell'Unico Re che valga la pena servire, rispondendo, come sessant'anni fa, il suo "Presente!"E questa volta, per sempre.
Ave, atque vale in Christo!
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