La sinistra inneggia al Francesco "rosso", ma censura le sue posizioni scomode
C'è chi lo vorrebbe vestito di rosso, non per una retrocessione al rango cardinalizio, ma per questioni esclusivamente politiche, per poter finalmente dire che almeno a capo della Chiesa c'è «un comunista».
Giornali e militanti di sinistra inneggiano da tempo al Francesco no global e a quello «gay friendly» ma quando si tratta dei temi cardine del magistero del Pontefice, scatta una repentina censura contro quei discorsi su argomenti all'improvviso scomodi perché lontani dal pensiero dei salottieri rossi. Non è un caso che alcuni quotidiani abbiano dimenticato la posizione di Francesco su aborto, eutanasia, fecondazione assistita, sacerdozio delle donne o matrimoni gay. Chi ha tirato per la tonaca il Papa dimentica che per Francesco la fecondazione assistita è un peccato mortale: nel corso dell'udienza ai medici cattolici italiani, nel novembre 2014, aveva detto: «Noi stiamo vivendo un tempo di sperimentazioni con la vita. Ma uno sperimentare male. Fare figli invece di accoglierli come dono. Giocare con la vita. Siate attenti, perché questo è un peccato contro Dio Creatore».
Parole fortissime, una condanna che si è unita all'attacco del Papa contro quel «pensiero dominante che propone a volte una falsa compassione: quella che ritiene sia un aiuto alla donna favorire l'aborto, un atto di dignità procurare l'eutanasia, una conquista scientifica produrre un figlio considerato come un diritto o usare vite umane come cavie di laboratorio per salvarne presumibilmente altre». Parole pronunciate solo un anno fa e che non hanno raggiunto però le orecchie di una certa intellighenzia, intenta a dipingere di vernice rossa il Cupolone. Parlando di aborto il Papa ha sferrato un cazzotto molto più potente di quello sferrato contro chi gli insulta la mamma: Bergoglio è tornato diverse sul tema, ribadendo che «non è un problema religioso ma scientifico, perché lì è una vita umana e non è lecito fare fuori una vita umana per risolvere un problema».
E con grande sorpresa, per chi lo vorrebbe a tutti i costi di sinistra, il Papa ha criticato aspramente anche i matrimoni omosessuali: da cardinale di Buenos Aires (ironia della sorte, era vestito di rosso) al suo amico rabbino Abraham Skorka diceva: «In quest'epoca è la prima volta che è sorto il problema legale di assimilare il rapporto omosessuale al matrimonio, e lo ritengo un antivalore e una regressione antropologica. Se c'è un'unione di natura privata, non si coinvolge né una terza parte né la società. Ora, se a quell'unione viene riconosciuto lo status di matrimonio e agli omosessuali vengono concessi diritti di adozione, potrebbero esserci dei bambini coinvolti. Ogni persona ha bisogno di un padre maschio e di una madre femmina che possano aiutarla a modellare la propria identità».
Parole impossibili da trovare sui giornali impegnati a osannare il Papa con la foto del crocefisso falce e martello disegnato dal gesuita padre Espinal e ricevuta in regalo in Bolivia e che, ha ribadito padre Federico Lombardi, «non è da mettere in Chiesa», e infatti è nel magazzino privato. «L'ideologia marxista è sbagliata. Terra, lavoro, tetto - dice - se parlo di questo dicono “il Papa è comunista”! Ed invece l'amore per i poveri è al centro del Vangelo». Salottieri avvisati.
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